La liturgia di questa domenica mette in primo piano il tema delle disuguaglianze sociali. Nella prima lettura, tratta dal libro del profeta Amos (siamo nell’VIII secolo a. C. ), viene descritta una classe dirigente che si disinteressa del bene comune: mentre sta per piombare sulla nazione la terribile sciagura dell’invasione assira, coloro che hanno in mano il potere banchettano spensierati. Ma saranno i primi a pagare con l’esilio la loro mancanza di responsabilità.
Nel brano del vangelo (Luca 16,19-31) è descritta una situazione di disuguaglianza sociale che si ribalta alla morte dei due protagonisti: il ricco precipita nell’inferno e il povero viene portato nel seno di Abramo, cioè in «paradiso». La parabola esprime un severo giudizio nei confronti dei ricchi che godono dei loro beni senza curarsi delle sofferenze altrui. Essi hanno ricercato la felicità nel possesso delle ricchezze ma queste sono diventate per loro una droga che li ha storditi e li ha privati della loro umanità. Considerata dal punto di vista della fine, la loro vita appare come un fallimento. La parabola quindi denunzia l’inganno delle ricchezze e la necessità, per essere felici, di saper condividere quanto si è ottenuto dalla sorte o con l’industria personale.
Noi viviamo in una società nella quale i beni di questo mondo sono sempre più concentrati nelle mani di pochi super ricchi mentre strati enormi della popolazione, non solo in altri continenti ma anche tra noi, sono ridotti alla povertà. Le enormi differenze tra ricchi e poveri rappresentano non un fattore di progresso sociale ed economico ma piuttosto una mina vagante che può esplodere da un momento all’altro causando danni irreparabili. Ma le letture dicono di più: la vera felicità non consiste nel possedere ma nel condividere.
Biografia
Nato a Milano il 7 novembre 1964; ordinato sacerdote il 30 ottobre 1988.
E’ stato Pro Vicario Generale della Diocesi ligure, parroco prevosto della Cattedrale “Nostra Signora dell’Orto” in Chiavari, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Mater Ecclesiae” presso il quale è stato docente di biblica, referente diocesano per il progetto culturale e direttore dell’ufficio catechistico.
Eletto vescovo di Pavia il 16 novembre 2015.