Il brano di Vangelo di questa XXVI
domenica del Tempo Ordinario è tratto dal capitolo nono di san Marco.
In esso Gesù ci invita a purificare il nostro sguardo da pregiudizi e invidie
ed essere aperti a riconoscere lo Spirito all'azione nelle persone, vedendo il bene nelle sue più varie manifestazioni, anche al di fuori delle 'cerchie' a noi note e più congeniali.
A questo insegnamento Gesù unisce un monito severo: bisogna che il discepolo sia disposto a rinunce anche impegnative e faticose, orientate a rendere la propria vita, il proprio cuore, il proprio corpo docili a lasciarsi formare dallo Spirito. Non si è e non si diventa 'naturalmente' cristiani solo assecondando una propria 'naturale' tendenza ad essere buoni e cordiali con gli altri, nemmeno praticando un'accettabile conformità comportamentale ai comandamenti. Gesù chiede di più: di vigilare seriamente su se stessi, sorvegliando le porte di accesso dei pensieri e delle inclinazioni cattive: solo una consapevole e attenta 'gestione' dei sentimenti e dei desideri profondi può far da fondamento per un uso più libero e maturo dei nostri Talenti, per saper convogliare le nostre energie nella pratica di un amore generoso e disinteressato.