Oltre alla preghiera (di cui abbiamo parlato domenica scorsa), un secondo strumento suggeritoci dalla Chiesa per aiutarci nel cammino della nostra conversione - specialmente in questo tempo quaresimale, ma non solo - è il digiuno.
Al giorno d’oggi sembra assolutamente fuori moda parlare di digiuno. Tutt’al più si parla di diete, o a volte di trovano notizie sui mass media o consigli sulle riviste di fitness relativi al cosiddetto “digiuno intermittente”. È proprio vero che del linguaggio cristiano purtroppo si è appropriato il mondo, modificando in maniera quasi radicale il significato delle parole; ma non tutto è perduto, perché esiste la possibilità per noi cristiani di andare a fondo del vocabolario comunicatoci dalla Chiesa per riscoprirne il valore. A proposito del digiuno, non si tratta certamente di una privazione di cibo allo scopo di dimagrire o per tornare in forma dopo un periodo di bagordi mangerecci, ma di fare parzialmente a meno di qualcosa di giusto e necessario per affermare Chi ce lo dona. Anche quello che troviamo in tavola ci viene elargito dalla premurosa generosità del Signore. Pertanto è cosa saggia ricordarcelo, almeno di tanto in tanto. Osservare i due giorni di stretto digiuno (Mercoledì delle Ceneri e Venerdì Santo) stabiliti per il tempo quaresimale ha questa finalità.
Sappiamo che ci sono anche altre forme di digiuno, oltre a quella dal cibo. Tutte sono degne di lode, con la clausola che possano aiutare chi si astiene da qualcosa di buono e lecito a far memoria del Donatore. Allora, lasciamo pure da parte i dolci, le caramelle, lo zucchero, o altro durante la Quaresima, purché lo facciamo per pensare a Dio, che ci dona tutto quanto.